renna
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Le leggende

Bambini vi piacciono le leggende?

Ne conoscete qualcuna sul Natale?

Allora ecco qui alcune fra le più note.

 

Buon divertimento!

 

Gli animali

Cane


Si racconta che, allo scoccare della mezzanotte tra

il 24 e il 25 dicembre, gli animali e in special modo

gli animali nelle fattorie, inizino improvvisamente

a  parlare tra di loro e a scambiarsi strani segreti

sugli uomini. Ma non tentate di ascoltarli di

nascosto!

 

Porterebbero sfortuna!

 

 

 

La Stella di Natale

 

Stella di Natale

 

 

La famosa "Stella di Natale" che allieta le case nei giorni di Natale, sarebbe nata dal regalo ad un bimbo. Si racconta che, il 25 dicembre di un tempo lontano, un bambino povero entrasse in una chiesa per offrire un dono a Gesù. Aveva con sé solamente un mazzetto di frasche e, triste e vergognoso per non poter regalare cose di maggior pregio, cominciò a piangere. Una lacrima cadde su quei ramoscelli che miracolosamente si trasformarono

nel fiore più rosso e bello che i suoi occhi

avessero mai visto.

 

 

Rudolph, la renna con il naso rosso

 

 Babbo Natale e renna


Una leggenda moderna nata negli USA è

quella della nona renna, inventata negli uffici

di una grande catena di magazzini americani

nel 1939, quando la direzione decise di donare

ai propri clienti una nuova favola per Natale.

Nacque così Rudolph, la renna "dal grosso

naso rosso", una specie di brutto

anatroccolo, emarginata dai suoi pari, che

fu accolta da Babbo Natale che del suo difetto

fisico fece un pregio nelle lunghe notti di nebbia.
Una  leggenda nordica raccontava che la slitta,

originariamente, fosse trainata da una sola renna, poi la versione è cambiata, ed apparsero otto renne. Gli americani ne aggiunsero una nona, Rudolph appunto. Questo numero spiega la velocità con cui Babbo Natale riesce a far fronte alle innumerevoli richieste provenienti da ogni parte del mondo.

 

 

Il vischio

 

Vischio

C'era una volta, in un paese tra i monti, un vecchio mercante. L'uomo viveva solo, non si era mai sposato e non aveva nessun amico.
Una notte il vecchio non riusciva a prendere sonno.
Uscì di casa e vide gente che andava da tutte le parti verso lo stesso luogo. Si mescolò alla folla ed iniziò a sentire delle voci che lo chiamavano “Fratello” e lo invitavano ad andare con loro. Grande fu la sua sorpresa nel sentirsi così accolto, proprio lui che per tutta la vita era stato

avido, avaro ed indifferente alle traversie della gente. Ma dove andavano? Un po' curioso si unì a un gruppo di vecchi e di fanciulli. “Fratello!” Oh, certo, sarebbe stato anche bello avere tanti fratelli!
Ma il suo cuore gli sussurrava che non poteva essere loro fratello.
Quante volte li aveva ingannati? E quante volte aveva speculato sul bisogno dei poveri? E mai la sua mano si apriva per donare.
No, lui non poteva essere fratello di quella povera gente che aveva sempre sfruttata, ingannata, tradita. Eppure tutti gli camminavano a fianco. Ed era giunto, con loro, davanti alla Grotta di Betlemme. Ad uno ad uno li vedeva entrare e nessuno era a mani vuote, anche i poveri avevano qualcosa. E lui non aveva niente, lui che era ricco.
Arrivò alla grotta insieme con gli altri; s'inginocchiò davanti a Gesù ed esclamò: - Signore, ho trattato male i miei fratelli. Perdonami! Uscì e, pieno di vergogna, si appoggiò ad un albero e continuò a piangere per tutta la notte. Alla prima luce dell'alba quelle lacrime splendettero come perle, in mezzo a due foglioline. Era nato il vischio.

 

 

La befana

 

Befana

Nella notte di Natale, i Re Magi partirono carichi di doni (oro, incenso e mirra) per offirli a Gesù Bambino. Attraversarono molti paesi guidati da una stella, e in ogni luogo in cui passavano, gli abitanti accorrevano per conoscerli e unirsi a loro. Solamente una vecchietta si rifiutò di seguirli. Il giorno dopo, pentita, cercò di raggiungere i Re Magi, che però erano già troppo lontani e non riuscì a vedere il Bambino. Da allora ella, nella notte fra il cinque e il sei Gennaio, volando su una scopa con un sacco sulle spalle, passa per le case a portare ai bambini buoni i doni che non ha dato a Gesu'.

 

 

Le campane di Natale

 

 

Campane

I pastori si affollavano a Betlemme   per incontrare Gesù appena nato. Un piccolo bimbo cieco sedeva sul lato della strada maestra e, sentendo l'annuncio degli angeli, pregò i passanti di condurlo alla grotta. Nessuno però aveva tempo per lui.
Quando la folla fu passata e le strade tornarono silenziose, il bimbo udì in lontananza il lieve rintocco di una campanella da bestiame. Pensò che forse quella mucca si dirigeva proprio nella stalla dove era  nato Gesù Bambino e la seguì lasciandosi guidare dal suono. 

Si ritrovò così in una grotta. La mucca aveva condotto il bimbo cieco fino alla mangiatoia, dove giaceva il neonato Gesu'.

 

 

 

Gli scarponi

 

Stivale

Era la vigilia di Natale. Una bambina vestita di cenci, si aggirava per le vie luminose della citta' chiedendo l'elemosina ai passanti che, frettolosi, neanche le badavano. Si chiamava Celestina. Rimasta orfana a soli sette anni, era stata accolta in una famiglia che la obbligava a racimolare un bel gruzzolo di denari. Quella sera la povera bimba, era anche più riste del solito. Sapeva che quella notte il Bambino Gesù avrebbe

portato giocattoli e dolci a tutti i bambini, meno

che a lei. Infatti Celestina non possedeva neanche

un paio di scarpette da preparare sotto la cappa del

camino. In preda a questi tristi pensieri, si stava avviando di mala voglia verso la sua povera dimora, quando, passando davanti al negozio d'un calzolaio, si fermò. Sopra un banco stavano allineate tante scarpe d'ogni dimensione e d'ogni forma, e il padrone stava dormicchiando in un angolo della bottega. Celestina non seppe resistere alla tentazione: con un rapido gesto afferro' il primo paio della fila, che per combinazione erano scarponi da uomo, fuggì con la refurtiva, stringendosela al petto. Finalmente anch'essa avrebbe avuto un paio di scarpe da mettere sotto il camino. Senza mai fermarsi, corse, , salì tutto d'un fiato le scale di casa ed entrò finalmente nella sua soffitta. Subito depose gli scarponi presso il camino spento, poi si coricò e attese. All’improvviso la soffitta fu tutta illuminata da una luce abbagliante. In mezzo alla stanza c’era un angelo, con grandi ali bianche e un viso dolcissimo incorniciato da riccioli biondi. Dal suo mantello trasse fuori una bambola vestita di rosa. Avvicinatosi al caminetto, stava per deporla in terra, quando vide gli scarponi. Silenzioso come era venuto, rimise la bambola sotto il mantello e, dopo aver lanciato uno sguardo severo alla bimba, che dal suo letto lo fissava, scomparve improvvisamente. La bimba comprese il rimprovero contenuto in quello sguardo. Aveva commesso una gran cattiva azione, impadronendosi di quegli scarponi che non le appartenevano. Per tutta la notte la povera piccola si girò e rigirò nel suo giaciglio singhiozzando pentita. Appena fu mattina, si vestì in fretta, prese gli scarponi, corse dal vecchio calzolaio e gli porse le scarpe rubate confessandogli piangendo la sua colpa. Poi fuggì via e ritornò nella sua soffitta. Ma qui l'aspettava una grande sorpresa. Seduta in mezzo al piano del camino, stava la bambola vestita di rosa, circondata da una grande quantità di dolci appetitosi.

 

 

 

 

Buone Feste